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Francese, italiano e lingue camerunensi a contatto: indagine sugli errori degli apprendenti d'italiano l2 presso il liceo classico e moderno di maroua

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par Edgar Jr MBIADJEU
Université de Maraoua - Cameroun - DIPES II 2014
  

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3.4.2. Quali errori correggere nel contesto camerunense ?

Durante l'indagine condotta sul campo abbiamo notato, con l'ausilio dei questionari somministrati ai docenti, che nel nostro contesto dobbiamo correggere gli errori da interferenze con le lingue locali soprattutto con la lingua francese perché gli allievi ne commettono troppi (Cfr. Fig.3.4.); essi parlano come hanno detto i docenti intervistati «l'italiano in francese» cioè pensano in francese prima di tradurre il loro discorso in italiano ci? che determina l'emergere dei cosiddetti francesismi o transfert negativi. Bisognerebbe quindi concentrarsi su come e quando correggerli.

3.4.2.1. Come correggere?

Va detto che la correzione di una forma erronea non andrebbe applicata indistintamente a tutti i tipi di errore commessi da uno studente ma occorrerebbe da parte dei docenti camerunensi:

· non essere invasivi:

Quando si corregge, nell'orale come nello scritto, bisogna essere discreti. Perciò, nell'interazione orale è consigliabile intervenire in modo limitato, solo se la comunicazione risulta in qualche modo disturbata. Gestire in modo troppo rigido gli scambi comunicativi, fra studenti o tra studente e insegnante, con frequenti rilievi di carattere formale, ha l'effetto di interrompere la comunicazione anziché favorirla. È meglio quindi non interferire con il flusso del discorso, ma prendere nota degli errori più frequenti e proporre in seguito attività di riflessione critica da condividere con la classe. Nella correzione scritta l'insegnante deve fare in modo che il testo originale sia sempre chiaramente visibile. Quindi evitare di correggere scrivendo sopra alle parole; è meglio usare il margine del foglio o lo spazio tra le righe, anche per interventi minimi (l'aggiunta o la correzione di una singola lettera).

· non essere ambigui :

L'insegnante deve fare in modo che, di fronte ad un errore segnalato, lo studente possa capire di che cosa si tratta (un errore grammaticale, la scelta sbagliata di una parola, il mancato rispetto di convenzioni sociali, un'informazione inesatta ecc.). Per questo è preferibile che la correzione diventi un momento di confronto tra studente e insegnante, invece di essere una pratica che l'insegnante sbriga da solo, a tu per tu con il testo dello studente.

· rispettare la personalità dello studente:

L'insegnante deve cercare di abbassare il più possibile il filtro affettivo perché, correggendo con insistenza da un lato induce l'apprendente a esercitare un maggior controllo formale sulle proprie produzioni linguistiche, ostacolando la spontaneità necessaria per un uso comunicativo della lingua, dall'altro genera frustrazione, insicurezza e perdita di autostima. È indispensabile perciò fare in modo che in classe regni un'atmosfera distesa: meno ansioso è il discente, meglio procede il suo apprendimento linguistico. Quindi, quando si propone un'attività, le regole del gioco devono essere chiare: lo studente deve sapere in anticipo se la sua produzione, orale o scritta, sarà oggetto di correzione. Questa è un'informazione che può essere determinante per la sua condizione psicologica. Quando poi l'insegnante decide di correggere, deve agire tenendo conto della sensibilità dello studente, e fare sempre in modo che non si senta umiliato. Anche nei testi scritti è molto importante che l'insegnante abbia un atteggiamento il più possibile aperto e disponibile, accettando senza pregiudizi le idee, lo stile e il linguaggio scelti dallo studente. Inoltre, è bene ricordare che la quantità di interventi da fare su uno scritto non deve essere direttamente legata alla quantità degli errori commessi. Per finire, quando si commentano le produzioni (orali o scritte) è consigliabile rilevare almeno un aspetto positivo, prima di far riflettere sugli errori. È uno dei modi per rafforzare l'autostima dell'apprendente: la convinzione di potercela fare è fondamentale per progredire.

· adeguare la correzione alle capacità dello studente:

L'insegnante che rileva con grande scrupolo ogni più piccolo errore forse sente di aver assolto pienamente il suo dovere; però, un testo disseminato di segni, oltre a mortificare lo studente, può rivelarsi inutile, perché quest'ultimo ha una limitata capacità di concentrare la sua attenzione sugli errori e di comprenderli. Inoltre un lavoro correttivo che non abbia successo è molto deprimente sia per lo studente che per l'insegnante. Risulta quindi più efficace limitare le correzioni e scegliere un certo numero di errori sui quali intervenire predisponendo strategie preventive o attività di rinforzo. È bene anche ricordare che, quando un testo presenta troppi errori, la causa non è sempre da attribuire allo studente; talvolta la responsabilità è dell'insegnante, che non ha calibrato la difficoltà del compito sulle effettive capacità dell'apprendente.

· far lavorare gli studenti sulle correzioni:

La correzione è utile solo quando permette di individuare i problemi e stimola lo studente a migliorare. Troppo spesso le correzioni non vengono quasi considerate dagli apprendenti, che badano solo alla valutazione. Per questo motivo ribadiamo l'opportunità di separare l'attività di correzione dalla valutazione e di proporre agli studenti un lavoro aggiuntivo a partire dagli errori. È utile per esempio proporre attività di autocorrezione oppure restituire agli studenti elaborati corretti chiedendo loro di copiare le correzioni fatte, o di provare a spiegare l'errore, o di riscrivere alcune parti del testo. L'insegnante dovrebbe inoltre utilizzare gli errori commessi dagli studenti per preparare attività di recupero o di rinforzo.

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