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Francese, italiano e lingue camerunensi a contatto: indagine sugli errori degli apprendenti d'italiano l2 presso il liceo classico e moderno di maroua

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par Edgar Jr MBIADJEU
Université de Maraoua - Cameroun - DIPES II 2014
  

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3.3.1.1. Gli errori da interferenza con il francese

Durante la nostra ricerca sul campo abbiamo notato che la stragrande maggioranza dei nostri informanti ha come lingua di comunicazione la loro madrelingua: il fufuldé66(*). Il ricorso a tale lingua è frequente in tutte le comunicazioni orali. Benché il francese sia la lingua di insegnamento nella regione, il tasso di alfabetizzazione in questa lingua rimane molto basso. Per?, le somiglianze formali percepite in esse lingue (francese e l'italiano) dai discenti intervistati (Cfr.Fig.3.13) vanno a sommarsi a errori di interferenza nella lingua target. D'altra parte, appare evidente che, la loro competenza limitata nell'apprendimento del francese fa sì che le medesime difficoltà incontrate in francese si ripropongano più o meno con la stessa frequenza e incidenza sia a livelli iniziali che a livelli avanzati di apprendimento nell'apprendimento dell'italiano. In questa ottica, Vietti (2006) in un suo recente saggio dedicato proprio ai fenomeni di transfert tra gli ispanofoni peruviani in Italia, rifacendosi agli studi di Weinreich (1974), ha interpretato questo meccanismo come un prodotto della spinta naturale in ogni parlante all'unificazione dei sistemi linguistici, dovuta alla tendenza istintiva alla riduzione del carico cognitivo; spinta che nel caso delle lingue affini, data la percezione di vicinanza e parziale corrispondenza tra i sistemi, è ovviamente più forte:

In prima istanza possiamo dire che i meccanismi alla base dell'interferenza sono da un'unica attività che agisce al di sotto della consapevolezza del parlante, quella Weinreich definisce la capacità dei bilingui di stabilire delle identificazioni interlinguistiche. Questa consente «scavalcare» i confini delle lingue stabilendo fra loro delle connessioni sulla base di somiglianze percepite, spesso parziali, tra forme e contenuti [...] Siccome si tratta sempre di lingue, quando ne impariamo una nuova cerchiamo di rifarci alle nostre conoscenze linguistiche precedenti, andando a trovare le somiglianze nel lessico o nella grammatica. Questa attività di identificazione spinge verso una unificazione dei sistemi linguistici, direbbe Weinreich, e, noi, oggi diremmo, verso una riduzione del carico cognitivo.

La percezione di congruenza e corrispondenza tra le il francese e l'italiano, alimentata dalla loro somiglianza, spinge così i discenti incontrati durante la nostra ricerca sul campo all'introduzione di strutture della L1 nella L2. Dal momento che queste strutture paiono incastrarsi e trovare posto senza problema nell'interlingua di questi apprendenti, non inficiando affatto l'efficacia comunicativa della loro produzione, il loro uso tende a cristallizzarsi, fossilizzando così il percorso verso la L2. E una volta «cristallizzatisi» gli errori dimostrano una resistenza fortissima, sopravvivendo a lungo nell'interlingua dei discenti, malgrado l'avanzamento della conoscenza della L2. In maniera generale, le devianze dalla norma più ricorrenti riscontrate durante la correzione delle produzioni scritte dei nostri informanti sono:

· «Qualche» usato al plurale per calco da «quelques» francese come in:

*gioco al calcio per qualche minuti

(....)*guardo la TV per qualche ore

· Alcune preposizioni articolate erronee calcate dal francese («de la» per «della», «a la» per «alla», «in la» per «nella») come in:

*Vado sempre a la chiesa con mio padre

(...)*a la fine vado a dormire

*Esco sempre con mio zio che lavora in la ditta di SODECOTON

· La tendenza a dimenticare l'articolo davanti agli aggettivi possessivi come in francese:

*Faccio miei esercizi

*Gioco con mie sorelle

· Omissione della preposizione «a» dopo il verbo «andare» seguito da infinito come in francese:

*vado dormire quando ho finito di guardare la TV

· I faux-amis : sono lemmi che assomigliano alle parole della LM per pronuncia e ortografia ma che in un'altra lingua presentano un significato decisamente differente.

Vado in chiesa con miei parenti («parents»= genitori).

Riguardo sempre i cartoni animati («regarder»= guardare).

Io ripasso i mei vestiti e vado («repasser»= stirare)

Mi vesto più vado («più»= poi)

Faccio la revizione dei miei corsi («revizione»= ripasso)

Studio i miei corsi comme il corso di inglese («comme»= come)

Encore, sistemo la mia casa («encore»= ancora)

Mi ballado in città («balader»= fare un giro o una passeggiata)

Il più spesso « («le plus souvent»= di solito)

Una volta terminata («une fois fini» = una vota che tutto sia finito)

Vado da mio zio che habita a Meskine («habiter»= abitare)

Parliamo di tutti e di niente («nous parlons de tout et de rien»= chiacchieriamo)

Dopo aver preso la colazione («prendre le déjeuner» = fare colazione)

Vado dal mio amico per lui dare il suo quarderno («pour lui donner»= daglielo)

Faccio i miei esercizi di historia («histoire»= storia)

D'altra parte, va notato nelle produzioni scritte dei nostri informanti errori da interferenza dal francese standard, e dal francese camerunense nello studio dell'italiano. Questi errori si distribuiscono come segue:

P1: «io godo al massimo alla televisione»

P2: «quando il sonno mi caccia vado a dormire»

P3: «la mia giornata libera è vaccamente ricca di attività»

P4: «quando finisco di studiare i miei corsi di italiano mi rendo conto che faccio un buon passo avanti verso la progressione»

P5: «quando finisco, prendo aiuto mia madre a cucinare»

Queste frasi prodotte dai nostri informanti, sono caratterizzate dall'uso di nomi e sintagmi pieni di anafore pragmatiche che caratterizzano la fase pragmatico-lessicale. Questi enunciati danno conto della scarsa normativa stabilita tra l'intenzione del parlante e dell'enunciato nel senso che, le forme linguistiche utilizzate per trasmettere il messaggio influiscono la leggibilità o la coerenza dell'enunciato. Inoltre, con gli stessi enunciati, si nota l'uso aleatorio di lessemi su un meccanismo di categorie lessicali adeguate (vaccamente/progressione) o sulle espressioni inadeguate (passo avanti verso la progressione/ godo al massimo/ prendo aiuto). La validità di alcuni enunciati come P3: «la mia giornata libera è vaccamente ricca di attività» dipende dalla contestualizzazione cioè del contesto sociolinguistico del locutore. Questo enunciato rende conto da una espressione segnata da una dimensione socioculturale. Una tale costruzione pu? essere soggetta ad una interpretazione erronea nel caso in cui gli interlocutori provengono da un orizzonte culturale diverso. Nelle (P1), (P2) e (P5), si pone un problema di coerenza dovuto a un effetto di allineamento sintattico. Questi enunciati sembrano contestualmente falsi o situazionalmente falsi perché le loro origini rimangono difficili da interpretare.

* 66 Il fulfuldé è la lingua la più diffusa in Africa-subsahariana e occidentale. Si annovera una quindicina paese africano dove questa lingua è parlata. Per L'ALCAM (1983), il fufuldé è la lingua di cui si stima del resto che ha forse il più gran numero di locutori nativi circa 350.000 locutori. Si distingue tre varianti del fufuldé : il fulfuldé fuunaaNgere , le fulfulde hiirnaaNgere; fulfulde hooseere (Cfr. Barth, 1861).

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"Ceux qui rêvent de jour ont conscience de bien des choses qui échappent à ceux qui rêvent de nuit"   Edgar Allan Poe