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Francese, italiano e lingue camerunensi a contatto: indagine sugli errori degli apprendenti d'italiano l2 presso il liceo classico e moderno di maroua

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par Edgar Jr MBIADJEU
Université de Maraoua - Cameroun - DIPES II 2014
  

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1.3.1. Le indagini su scala globale

Le indagini sulla diffusione dell'italiano sono nate dalla volontà dello stato italiano di tracciare l'andamento e l'interesse del mondo per la cultura e la lingua italiana. In questa ottica sono state svolte diverse indagini nell'ambito della diffusione dell'italiano. Quelle più importanti e più estese sono: l'indagine dell'Enciclopedia Italiana, l'indagine Italiano 2000 e l'inchiesta Italiano 2010.

L'indagine dell'Enciclopedia è la prima indagine estesa e sistemica sulla diffusione dell'italiano diffuso fra stranieri. La ricerca ha preso inizio alla fine degli anni 70 ed è stata conclusa nel 1981. Essa è stata diretta da Ignazio Badelli. Questo studio aveva come obiettivo l'analisi quantitativa delle motivazioni allo studio dell'italiano all'estero. A tale scopo fu inviato un questionario alle rappresentanze diplomatiche italiane all'estero in cui venivano poste domande relative alla posizione dell'italiano nel loro sistema scolastico e al numero degli enti in cui si insegnava l'italiano. Veniva chiesto anche il numero degli studenti negli enti, nonché il numero dei docenti.

Secondo i datti di questa ricerca, 14 paesi africani hanno risposto all'inchiesta. Al seguito dell'analisi fatta da Baldelli e i suoi collaboratori, il pubblico di italiano in Africa era giovane con un'età generalmente compresa tra 19 e 26 anni nell'Africa settentrionale e tra 13 e 26 anni nell'Africa sub-sahariana. Si trattava in maggior parte, di studenti e giovani che intendevano continuare gli studi in Italia, lavorare con le imprese italiane. Erano circa 5980 gli studenti di italiano in Africa e l'Egitto era la nazione con il più gran numero di utenti che studiavano l'italiano in tutta l'Africa. Il Senegal contava il più gran numero di studenti presso le scuole di primo e secondo grado con ben 322 iscritti, mentre l'Algeria con i suoi 878 iscritti aveva il primato per quanto riguardava gli Istituti Italiani di Cultura. In generale, il dato più importante che l'indagine ha messo in evidenza era che ogni anno quasi 700.000 stranieri studiavano l'italiano, una cifra davvero consistente in quell'epoca, per una lingua senza un numero enorme di parlanti nativi e che comunque non sembrava oggetto di attenzione per interessi strumentali, di interazione commerciale e di comunicazione internazionale (Kuitche, 2012).

Sulla stessa scia dell'indagine dell'Enciclopedia Italiana, l'obiettivo principale di Italiano 2000 è stato di raccogliere dati sullo stato della lingua italiana nel mondo e sugli interventi per la sua diffusione, con un'attenzione particolare alle caratteristiche, alle motivazioni, ai bisogni formativi dei pubblici stranieri dell'italiano, alla qualità dell'offerta formativa. Italiano 2000 si proponeva di «fornire i dati più aggiornati e sistematici sull'italiano nel mondo» (De Mauro et al, 2003). Per raggiungere tale scopo, Italiano 2000 si è avvalsa di un questionario in formato elettronico che è stato inviato a tutti gli Istituti Italiani di Cultura (IIC), alle ambasciate e alle sedi consolari italiane nel mondo. I dati sono stati analizzati da un gruppo di lavoro costituito da Massimo Vedovelli, Monica Barni e Lorenzo Miraglia, operanti presso il Centro CILS (Certificazione di Italiano come Lingua Straniera dell'Università per Stranieri di Siena). Non va dimenticato che, uno dei principali punti fermi dell'indagine è stata la consapevolezza che «per definire la condizione dell'italiano nel mondo non è sufficiente considerare solo l'aspetto linguistico» (Kuitche, 2012), perché il contatto fra le lingue a diffusione internazionale implica una specie di competizione che coinvolge non solo gli idiomi, ma più in generale i sistemi socioculturali, statali e produttivi, che riconoscono le proprie identità nelle specifiche lingue.

Secondo i dati forniti da Italiano 2000 si rileva in primis, che l'italiano è al primo posto tra le quarte lingue scelte per l'apprendimento, ma non è mai la lingua scelta come prima lingua insegnata/ appresa. Ai primi posti ci sono le lingue a grande diffusione e con maggiori risorse investite nella propria diffusione (De Mauro et al , 2003: 238, cit. in kuitche, 2012). Inoltre, l'indagine rileva, un aumento generale di circa il 40% degli studenti che hanno frequentato nel 1999-2000 i corsi d'italiano L2. Infine, l'indagine spende pochissime righe sul continente africano limitandosi a segnalare una forte diminuzione del numero di corsi, di docenti, di apprendenti, della motivazione per lo studio della lingua . Per?, questi dati saranno rivisitati e completati dall'indagine del Centro di Eccellenza dell'Università per stranieri di Siena.

Italiano 2010 è stata promossa dal Ministero degli Affari Esteri «con lo scopo di valutare, attraverso una ricerca su scala planetaria, l'interesse che l'italiano suscita fuori dai confini nazionali e le risposte che vengono date alla domanda di apprenderlo» (Giovanardi e Trifone, 2010)15(*). Italiano 2010 presenta l'andamento della lingua italiana nel mondo nell'ultimo decennio, confrontando i risultati ottenuti con quelli di Italiano 2000. Come tutte le recenti indagine, Italiano 2010 si è avvalsa di un questionario che ha visto la collaborazione della totalità degli Istituti Italiani di Cultura attivi nel mondo (89 a quell'epoca). Seguendo l'andamento di Italiano 2000, i dati di italiano 2010 sulla presenza dell'italiano si riferiscono essenzialmente alle proposte didattiche degli Istituti italiani di Cultura e l'indagine non sembra risolvere il problema della scelta degli informanti già rilevato in Italiano 2000, anche se si può leggere che:

Fra le novità introdotte nella rilevazione, la principale è stata quella di non limitare l'inchiesta agli IIC, ma di estenderla ai lettori ministeriali attivi nelle università straniere e ai loro studenti, nell'intento di conoscere meglio i metodi didattici adottati e di misurare attraverso appositi test linguistici il livello di competenza dell'italiano e le diverse tipologie di errori.

(Giovanardi e Trifone, 2010)

Per quanto riguarda l'Africa, considerare soltanto gli IIC come sottolinea Kuitche (2012: 80) equivale a tagliare il continente in due e a non tener conto di una presenza sempre più importante della lingua italiana nella sua parte sub-sahariana. In questo caso l'estensione dell'inchiesta ai lettori ministeriali che rappresenta un importante passo avanti rispetto alle precedenti indagini, continua purtroppo a rendere conto solo parzialmente della situazione dell'italiano in Africa visto che, la lingua italiana ci si sta radicando sempre di più soprattutto nelle scuole, nelle università e nei centri linguistici locali. In breve, uno dei risultati più significativi di questa indagine rispetto alle altre è un generale aumento di 50% dei corsi e degli apprendenti d'italiano nel mondo.

Viene fuori da tutto quello che precede, che l'Africa era il continente con il minor interesse per la lingua e la cultura italiana, ed era anche l'unica area geografica dove si registrava una diminuzione dell'utenza di italiano rispetto agli atri continenti. Altre indagini più specifiche hanno portato in luce un andamento attuale piuttosto positivo dell'italiano in alcuni paesi africani tra i quali il Camerun16(*).

* 15 Precisiamo che, ai fini della nostra ricerca, abbiamo sfruttato soltanto i primi di alcuni risultati di questa indagine, pubblicati in una rivista online nel 2010.

* 16 Per rimanere nell'ambito della nostra ricerca.

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