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Francese, italiano e lingue camerunensi a contatto: indagine sugli errori degli apprendenti d'italiano l2 presso il liceo classico e moderno di maroua

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par Edgar Jr MBIADJEU
Université de Maraoua - Cameroun - DIPES II 2014
  

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1.3.2. L'indagine del Centro di Eccellenza dell'Università per Stranieri di Siena

Questa indagine sulla presenza della lingua italiana in Africa è stata condotta nel 2008 da Raymond Siebetcheu nell'ambito delle attività del Centro di Eccellenza della Ricerca dell'Università per Stranieri di Siena, osservatorio permanente dello stato linguistico dell'italiano dentro e fuori i confini nazionali, che ha tra i propri obiettivi la realizzazione di indagini statistiche sulle motivazioni allo studio dell'italiano da parte di stranieri all'estero.

Questa ricerca infatti, parte dall'obiettivo di «rivisitare» il continente africano con una prospettiva più ampia rispetto alle precedenti indagini, coinvolgendo in modo sistemico tutti i paesi africani e prendendo in considerazione tutte le realtà e modalità di insegnamento-apprendimento della lingua italiana. Analizza il numero, le percezioni e le motivazioni dei docenti e degli apprendenti africani, nonché l'impatto della lingua italiana in Africa allo scopo di:

Collocare la nuova posizione dell'italiano nel continente africano in riferimento alla sua spendibilità, ovvero la sua capacità di uso e di attrazione come bene sul quale si può investire la crescita culturale e/o professionale degli africani; e al mercato delle lingue presenti nello spazio linguistico africano tanto per la didattica quanto per l'internazionalizzazione.

(Siebetcheu, 2009, cit. in Kuitche, 2012)

Uno dei risultati di maggiore importanza dell'indagine del CE è il forte incremento dei numeri relativi all'insegnamento-apprendimento dell'italiano in tutta l'Africa (strutture didattiche, docenti e studenti), contrariamente all'indagine Italiano 2000 che registrava nel continente africano una generale situazione di sofferenza sfociata nella chiusura di molti Istituti Italiani di Cultura e una preoccupante diminuzione del 100% delle proposte didattiche e quindi del numero di apprendenti in alcune realtà.

Sul piano metodologico l'indagine si è appoggiata principalmente su un questionario, inviato telematicamente alle rappresentanze diplomatiche italiane in Africa e alle agenzie formative. Nonostante le difficoltà incontrate, come sottolinea l'autore:

Il primo questionario è stato inviato nel dicembre 2007 alle 25 ambasciate e agli 82 consolati italiani in Africa, ma senza esito positivo. [...] Circa 6 mesi dopo l'invio del questionario a tutte le rappresentanze diplomatiche presenti in Africa, e con diverse sollecitazioni, solo pochi questionari risultavano compilati. Abbiamo quindi deciso di rivolgerci alle rappresentanze diplomatiche esclusivamente per i dati delle Anagrafi consolari, che abbiamo confrontato con quelli del Ministero degli Affari Esteri. (Siebetcheu, 2009)

L'indagine ha il pregio, rispetto ad altri lavori simili, di aver preso in considerazione tutte le realtà di diffusione della lingua italiana in Africa, presentando così una visione più realistica e più completa del fenomeno.

Secondo i dati tratti da questa ricerca, il Camerun17(*) è il settimo paese africano con il più gran numero di studenti d'italiano (1350) e con il maggior numero di candidati (536) agli esami di certificazione in tutta l'Africa. Questo paese vanta inoltre il maggior numero di centri linguistici specializzati nella didattica dell'italiano in Africa sub-sahariana, escluso il Sudafrica. Con questo primato, il Camerun è anche l'unico paese africano dove sono presenti le 4 certificazioni di italiano (CELI, CILS, IT, PLIDA) come lingua straniera. Inoltre, l'indagine sottolinea che, studiare in Italia è il motivo principale per cui i giovani camerunensi investono nello studio della lingua italiana. Questo è dovuto sia al successo del sistema formativo italiano, sia al contatto con i parenti e connazionali già presenti sul territorio italiano e che fanno da tramite per convincere questi ultimi a venire in Italia.

In generale, l'indagine sottolinea che, in Africa, appare in netta crescita la presenza degli enti certificatori (CELI, CILS, IT e PLIDA), e la diversificazione delle proposte didattiche (università, scuole secondarie, centri locali, ecc.), ci? che testimonia secondo Siebetcheu (2009) il fatto che la lingua italiana non è una lingua di emergenza che deve essere a tutti i costi parlata e appresa, come succedeva nel periodo coloniale, talvolta senza l'approvazione del discente. Oggi, lo studio della lingua italiana in Africa deriva da una scelta consapevole. Il forte incremento esponenziale dei numeri di africani che si avvicinano alla lingua italiana, ad esempio degli apprendenti africani della parte sub-sahariana francofona, dove l'italiano si sta progressivamente radicando nei sistemi scolastici locali, la presenta come un bene su cui investire.

* 17 Questo era valido per tutti i paesi africani coinvolti nella ricerca ma, quello che ci interessa è il caso specifico del Camerun per rimanere nel quadro della nostra ricerca.

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"Il faudrait pour le bonheur des états que les philosophes fussent roi ou que les rois fussent philosophes"   Platon