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Francese, italiano e lingue camerunensi a contatto: indagine sugli errori degli apprendenti d'italiano l2 presso il liceo classico e moderno di maroua

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par Edgar Jr MBIADJEU
Université de Maraoua - Cameroun - DIPES II 2014
  

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1.3.3. La prima indagine sull'italiano nell'Africa sub-sahariana francofona

L'indagine sui pubblici dell'italiano L2 nell'Africa sub-sahariana è stata condotta tra il 2009 e il 2011 in Camerun, in Congo-Brazzaville, e in Senegal da Gilles Kuitche. Ci? che attira la nostra attenzione e su cui ci soffermeremo sono i dati relativi ai pubblici dell'italiano L2 in Camerun rilevanti per la nostra ricerca.

Questa indagine infatti, riprende alcuni presupposti delle indagini precedenti concentrandosi in maniera più approfondita su una specifica area geografica dell'Africa, quella sub-sahariana francofona, caratterizzata da importanti mutamenti nel tempo e nello spazio per quanto riguarda la diffusione e la didattica dell'italiano L2. Secondo le statistiche del Rapporto Italiani nel mondo (Fondazione Migrantes, 2010, cit. in Kuitche, 2012) il numero complessivo di apprendenti d'italiano nell'Africa sub-sahariana si aggira intorno alle 11.856 unità e, con circa 5900 studenti, la zona francofona ne rappresenta quasi il 50%. Per quanto riguarda i centri linguistici posti di reale radicamento della lingua italiana, su un totale di circa 8.000 apprendenti nel periodo 2008-2009 l'Africa sub-sahariana francofona ne conta ben 5.850, cioè il 73% e, il Camerun è stato a quell'epoca il paese africano con il numero più elevato (1615) di candidati agli esami certificatori, e vantava, inoltre, il maggior numero di docenti (38) e di centri linguistici (17) specializzati nella didattica dell'italiano in Africa sub-sahariana.

Questo passo decisivo della lingua italiana in quest'area geografica ha suscitato l'attenzione degli esperti di glottodidattica e di didattica della lingua italiana, nonché quella di coloro che si interessano di diffusione dell'italiano L2 all'estero. In merito a questo andamento positivo della lingua italiana nella sottoregione, per Vedovelli (2008: 174), «è interessante la situazione dell'Africa sub-sahariana, dove negli ultimi cinque anni la richiesta dell'italiano è impetuosamente aumentata soprattutto in relazione ai progetti migratori verso il nostro paese, pur in presenza di pochissimi Istituti italiani di Cultura».

Sul piano degli obiettivi il lavoro si propone di mettere a fuoco le caratteristiche dell'insegnamento della lingua italiana in questa parte del mondo, dove l'italiano si sta progressivamente radicando nei sistemi scolastici locali, ad esempio del Camerun dove si è già avviato il processo di inserimento dell'italiano nelle scuole secondarie. In questa ottica, il lavoro si propone anche di mettere l'accento sui principali elementi che potrebbero guidare una miglior impostazione a programmazione didattica. Un'efficace azione formativa, sostiene Vedovelli (2002a: 195), deriva in effetti innanzitutto dalla stretta compatibilità fra riconoscimento degli specifici bisogni e delle concrete caratteristiche degli apprendenti.

Sul piano metodologico, l'indagine si è avvalsa di un questionario non elettronico come le precedenti indagini perché secondo l'autore:

Conoscendo la situazione socioeconomica dei paesi africani del campione e illuminati dalle esperienze passate, era giudizioso optare per un rapporto più diretto con gli attori in presenza: privilegiando l'auto - compilazione del questionario presentato in formato cartaceo, con presenza fisica dell'intervistatore-costruttore del questionario. (Kuitche, 2012)

Per Dautriat (1990: 40), con questa tecnica del «questionario per il colloquio personale», si riesce ad ottenere la massima collaborazione dei rispondenti e si ha la certezza che la risposta proviene dalla persona designata col campione; questo consente un maggior controllo dell'indagine da parte del ricercatore e gli permette di toccare dal vivo la realtà che si accinge a descrivere e ad analizzare, evitando le cosiddette «ricerche a tavolino» per le quali non si ha nessun mezzo per verificare la veridicità o la buona fede delle opinioni e dei fatti. L'indagine si è anche avvalsa di interviste faccia a faccia con l'ausilio di un registratore vocale. Sono stati intervistati responsabili di centri d'insegnamento dell'italiano, alcune personalità nelle ambasciate d'Italia e altri informanti nei paesi del campione.

In generale, la relazione finale dell'indagine, rispetto all'andamento dell'italiano in Camerun, sottolinea il boom di proposte didattiche e di domanda di corsi dovuto non solo al consolidamento in quest'area di enti certificatori come CILS e CELI ma, soprattutto alla creazione di un dipartimento d'italiano presso la Scuola Normale di Maroua (istituto per la formazione di futuri professori di scuole secondarie), e il progressivo inserimento dell'italiano come materia di studio nelle scuole secondarie. Da questa situazione scaturisce nel nostro paese un nuovo profilo professionale quello del docente di lingua italiana.

In conclusione, emerge dallo stato delle ricerche sull'italiano in Camerun che, qualche anno fa, si registravano in Camerun un numero relativamente basso di corsi, di docenti e di apprendenti d'italiano (una situazione dovuta soprattutto al minor interesse dei camerunensi a quell'epoca per la «bella lingua»). Oggi, la costante crescita della lingua italiana nel nostro paese ha attirato l'attenzione degli esperti di glottodidattica nonché quella di coloro che si interessano di diffusione dell'italiano L2 fuori dell'Italia. Tuttavia, è difficile parlare della diffusione della lingua italiana nel nostro paese senza fare alcune considerazioni sullla situazione sociolinguistica di quest'area geografica nella quale l'italiano è chiamato a sopravvivere; e anche il rapporto che i camerunensi hanno con le loro lingue, che vengono tendenzialmente utilizzate a livello orale. Oltre a questa competenza limitata, al contatto tra le lingue occidentali ( ad esempio del francese e l'italiano), e quelle locali, nascono delle interferenze che molte volte determinano l'emergere di errori linguistici nella lingua target; il che rende il processo di apprendimento dell'italiano difficile. Questo scritto si propone di analizzare l'influenza del francese e delle lingue camerunensi nell'apprendimento dell'italiano; evidenziando gli errori che commettono gli apprendenti camerunensi d'italiano L2 e le strategie per gestirli meglio nell'ambito della didattica dell'italiano L2 in Camerun.

CAPITOLO 2: DIDATTICA DELL'ITALIANO LINGUA SECONDA IN CAMERUN

Il Camerun, come già sottolineato in precedenza, è secondo i dati delle prime indagini sulla diffusione dell'italiano in Africa (Siebetcheu, 2009), il settimo paese africano con il più gran numero di studenti d'italiano e con il maggior numero di candidati agli esami di certificazione in tutta l'Africa. Questo paese vanta inoltre il maggior numero di centri linguistici specializzati nella didattica dell'italiano in Africa sub-sahariana. Si ammette in maniera convenzionale che, se la lingua italiana è appresa in Italia, per lo studente essa è considerata L2 e se è appresa all'estero, sarà considerata LS. Questa differenziazione è una distinzione ormai consolidatissima in glottodidattica, e permette di percepire le differenze nel processo di apprendimento della lingua italiana (e di qualsiasi altra lingua) tra il discente che impara in un ambiente «italofono» e quello che lo fa nel paese di origine, dove l'italiano non è lingua veicolare. Visto che apprendimento e insegnamento sono due facce indivisibili di una stessa medaglia, il luogo in cui avviene il processo didattico è in stretto rapporto con la formazione e le competenze linguistiche, glottodidattiche e soprattutto pragmatiche dei docenti. In questo capitolo, presenteremo la situazione dell'insegnamento dell'italiano in Camerun, mettendo in risalto la specificità di tale paese sul piano linguistico, le modalità di diffusione e di insegnamento dell'italiano L2 e analizzando i problemi legati all'insegnamento dell'italiano L2.

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