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Influence islamique sur la Divina Commedia

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par idir Guessas
Université d'Alger - Licencie en langue appliquée (italien) 2008
  

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I.3.Dante e Beatrice

I.3.1.Beatrice nella vita nova

Beatrice, che apparave a Dante quando egli aveva nove anni e che alla sua ultima età terina la conduce alla Soglia dell'Empireo, la donna che ispira il suo primo libro giovanile, la Vita Nouva, e che egli sceglie a guida nel poema sacro (Divina commedia) del grande pellegrinaggio umano che è prima di tutto il suo primo pellegrinaggio vessuto e sofferto, resta indissolubilmente legata al poeta nel cuore dei suoi lettori. Egli è riuscito, come il suo amore voleva, a fare splendere per sempre il suo nome di uno splendore vivo e profondo, come pochi altri nomi umani.

Ma la luce che si irradia da Beatrice non rende facile conoscerla ; ella si chiude in un mistero che non è agevole penetrare. Le cronache fiorentine ci fanno sapere che la Beatrice del mondo era la figlia di Folco Portinari. Ma la Beatrice di Dante, quella della Vita Nova e della Divina Commedia, che sola ci importa, questa è ben difficile definirla, ridurla nelle nostre comuni parole senza magia. Molti si sono accaniti a farne soltanto una donna viva e reale. Ma non è su questa via che atterremo risposta da lei. Rifacciamoci a Dante, al suo verso per il quale solo ella vive, all'ultimo Dante, là dove le parvenze vane sono ormai scomparese in una trasparenza di assoluta verità. Quando il pelligrino raggiunge l'Empireo, in quell'inizio del XXX canto del " Paradiso" che è tra le cose più grande che egli ci abbia lasciato, dove la sua penna già si muove dopo tanta fatica, come per naturale potenza e sovrabbondante grazia, e spira l'aura divina dell'ultimo cielo, è venuto il momento per la sua poesia di rinunciare al tema più caro, di cessare dalla lunga consetudine che durava da quando per le prime volte egli tentava di accordare parole nei versi : lascaire cantare Beatrice. Al momento di incontrarsi con Dio Dante perde la sua guida fedele. Anche il più alto e puro degli amori umani non può fare da intermediario, tra il pellegrino e il suo Dio, al quale finalmente è tornato : Ogni legame con la terra è infranto. E in questo addio alla sua donna, e alla poesia che la canta, Dante ci lascia una prezeosa testimonianza.

Tutta la sua vita di poeta gli è davanti, ora, ed egli ripercorrendola col pensiero la vede sempre illuminata da un'immagine fedele, la riconosce come assiduo tentativo di ritrarre quello che di più bello ha visto sulla terra. E dal suo cuore consapevole, dalla distaccata e serena altezza di quest'ora conquistata, dalla sua arte ormai senz'obre e senza residui vani, nascono le sublimi parole:

dal primo giorno ch'io vidi il suo viso

in questa vita,infini a questa vita ,

non n'è il seguire al mio cantar priciso;

ma or convien che moi seguir desista

più dietro a sua bellezza, poelando1(*),

come all'ultimo suo ciascuno artista. ( Pradiso.C.XXX.28-33).

È da qui che besogna partire per conoscere Beatrice, Beatrice vivente creatura del cuore di Dante, parte del suo cuore. Ella sfugge dimano come un fantasmo inafferabile al volerla fermare entro i limiti di un simbolo, o entro la psicologia di un personaggio drammatico. l'uno e l'altro modo non servono con lei. Ella è con Dante in un rapporto molto più intimo, profondo e antico di tutte le altre persone della Commedia, più dello stesso Virgilio. È un pò l'anima stessa di Dante, se così può dire, la luce della sua anima. Perché Beatrice lo lascia veramente, quando la sua poesia cessa di descriverla; ed elgi saluta qui Beatrice tema inesauribile di poesia, Beatrice da discrivere e da lodare, Beatrice miracolo di bellezza da cantare. Miracolo di bellezza da cantare: proprio questo ella è stata, fin dal principio, fin dai primi anni. Ella era l'incarnazione viva e amabile di quella bellezza e quella bontà a cui tendeva la vita di Dante, e colla vita la sua poesia ; in lei Dante poté cantare, e quindi raggiungere, a suo modo, quello che l'animo suo poteva concepire di bello e puro. Perché per Dante tutto si risolveva in poesia: dolore e amore, pentimento, sacrificio, ascesa e gaudio.

* 1 Paradiso XXIII 31-34.

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